Return on Investment (ROI): cos’è, come si calcola e perché è fondamentale [2025]

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Introduzione

Nel mondo degli affari e degli investimenti, ogni decisione comporta l’allocazione di risorse preziose: tempo, denaro, energie. Ma come si può valutare se un investimento specifico – che sia una nuova campagna di marketing, l’acquisto di un macchinario o lo sviluppo di un prodotto – ha generato un ritorno adeguato rispetto alle risorse impiegate? La capacità di misurare l’efficacia e la redditività delle proprie iniziative è cruciale per prendere decisioni informate e guidare la crescita. Uno degli indicatori più utilizzati e universalmente riconosciuti per questa valutazione è il Return on Investment (ROI). Questo articolo approfondirà cos’è esattamente il ROI, come si calcola attraverso la sua formula fondamentale, come interpretarne i risultati, perché è un indicatore così cruciale per le aziende, le sue applicazioni pratiche, i suoi limiti intrinseci e come migliorarlo strategicamente nel 2025.

Cos’è il Return on Investment (ROI): definizione essenziale

Il Return on Investment (ROI), o Ritorno sull’Investimento, è un indicatore di performance finanziaria utilizzato per valutare l’efficienza o la redditività di un particolare investimento, o per confrontare l’efficienza di diverse opzioni di investimento. In termini semplici, il ROI misura quanto rendimento (guadagno) si è ottenuto da un investimento in relazione al suo costo.

Esprime, solitamente in forma percentuale, il profitto (o la perdita) generato rispetto al capitale inizialmente investito. Un ROI positivo indica che l’investimento ha generato un guadagno, mentre un ROI negativo indica una perdita. È uno strumento fondamentale per capire se un impiego di capitale è stato vantaggioso e per confrontare la performance di diverse iniziative.

La formula del ROI: come calcolarlo passo-passo

Il calcolo del ROI è relativamente semplice e si basa sulla seguente formula standard:

ROI = [ (Guadagno Netto dall’Investimento – Costo dell’Investimento) / Costo dell’Investimento ] * 100%

Spieghiamo i termini:

  1. Costo dell’investimento: Rappresenta l’importo totale delle risorse impiegate nell’investimento. Questo può includere il prezzo di acquisto di un asset, i costi di implementazione, le spese di marketing, i costi di formazione, ecc. È fondamentale includere tutti i costi diretti associati all’investimento specifico che si sta valutando.
  2. Guadagno netto dall’investimento (o utile netto): Rappresenta il profitto generato dall’investimento dopo aver sottratto tutti i costi associati (inclusi i costi operativi incrementali generati dall’investimento stesso, ma escluso il costo iniziale dell’investimento che è al denominatore). Può derivare da maggiori ricavi, risparmi sui costi o una combinazione di entrambi, direttamente attribuibili all’investimento.

Formula alternativa (spesso usata):

Se si considera l'”Utile Netto” come il guadagno al netto del costo iniziale dell’investimento (cioè, Guadagno Lordo – Costo dell’Investimento), la formula può essere semplificata in:

ROI = (Utile Netto / Costo dell’Investimento) * 100%

È cruciale essere coerenti nella definizione dei termini “Guadagno Netto” o “Utile Netto” quando si calcola e si confronta il ROI.

Passaggi per il calcolo:

  1. Identificare e quantificare tutti i costi associati all’investimento (Costo dell’Investimento).
  2. Identificare e quantificare tutti i guadagni o benefici generati dall’investimento (Guadagno Lordo).
  3. Calcolare il Guadagno Netto (Guadagno Lordo – Costo dell’Investimento) o l’Utile Netto.
  4. Applicare la formula per ottenere il ROI in percentuale.

Come interpretare il ROI: capire il risultato

Il risultato del calcolo del ROI è una percentuale che indica la redditività:

  • ROI > 0%: L’investimento ha generato un profitto. Un ROI del 50% significa che per ogni euro investito, si è ottenuto un guadagno netto di 0,50 euro (oltre alla restituzione dell’euro investito). Più alta è la percentuale positiva, maggiore è stata l’efficienza dell’investimento.
  • ROI = 0%: L’investimento ha generato guadagni esattamente pari ai costi. Si è raggiunto il punto di pareggio (break-even), ma non si è generato profitto.
  • ROI < 0%: L’investimento ha generato una perdita. Un ROI del -20% significa che per ogni euro investito, si è perso 0,20 euro.

Importanza del contesto:

  • Confronto: Il ROI è particolarmente utile per confrontare la redditività potenziale o effettiva di diverse opportunità di investimento. A parità di altre condizioni (rischio, durata), si preferirà l’investimento con il ROI più elevato.
  • Benchmark: Può essere confrontato con benchmark interni (es. ROI medio storico dell’azienda) o esterni (es. ROI medio del settore, se disponibile) per valutare la performance relativa.
  • Periodo di tempo: La formula base del ROI non include esplicitamente il fattore tempo. Un ROI del 20% ottenuto in 1 anno è molto diverso da un ROI del 20% ottenuto in 5 anni. Per confronti accurati tra investimenti di durata diversa, è spesso necessario calcolare il ROI annualizzato (vedi FAQ).

Perché il ROI è cruciale per le decisioni aziendali

Il ROI è uno degli indicatori finanziari più importanti per diverse ragioni:

  • Misura diretta della redditività: Fornisce una misura chiara e immediata di quanto profitto genera un investimento rispetto al suo costo.
  • Semplicità di calcolo e comprensione: La sua formula è relativamente facile da calcolare e il risultato percentuale è intuitivo da capire per manager a diversi livelli.
  • Supporto alle decisioni di investimento: Aiuta a scegliere tra diverse opzioni di investimento, allocando le risorse limitate verso le iniziative che promettono il ritorno maggiore.
  • Valutazione delle performance passate: Permette di valutare l’efficacia delle decisioni di investimento prese in passato e di imparare per il futuro.
  • Prioritizzazione dei progetti: Consente di classificare progetti o iniziative in base alla loro potenziale redditività.
  • Giustificazione degli investimenti: Fornisce una base quantitativa per giustificare richieste di budget o investimenti importanti agli stakeholder o alla direzione.
  • Benchmarking universale: Essendo un indicatore ampiamente utilizzato, facilita (con le dovute cautele) il confronto delle performance tra diverse aziende o settori.

Applicazioni pratiche del ROI nel business (e oltre)

Il ROI può essere applicato per valutare una vasta gamma di investimenti:

  • Marketing e vendite: Valutare l’efficacia di campagne pubblicitarie, promozioni, eventi o investimenti in CRM (Guadagno = aumento vendite/margine attribuibile; Costo = spese campagna/CRM).
  • Investimenti in capitale (CapEx): Decidere se acquistare nuovi macchinari, attrezzature o tecnologie (Guadagno = risparmi sui costi operativi, aumento produzione; Costo = prezzo acquisto + installazione).
  • Formazione e sviluppo: Misurare il ritorno degli investimenti in programmi di formazione dei dipendenti (Guadagno = aumento produttività, riduzione errori; Costo = spese formazione). Questo è spesso difficile da quantificare precisamente.
  • Tecnologia dell’informazione (IT): Valutare l’adozione di nuovi software (es. ERP) o infrastrutture IT (Guadagno = aumento efficienza, riduzione costi; Costo = licenze, implementazione).
  • Ricerca e sviluppo (R&S): Valutare la redditività di progetti di sviluppo di nuovi prodotti (Guadagno = profitti futuri dal prodotto; Costo = spese R&S).
  • Acquisizioni e fusioni (M&A): Stimare il ritorno atteso da un’acquisizione aziendale.
  • Finanza personale: Calcolare il rendimento di investimenti in azioni, obbligazioni, immobili, ecc.

I limiti del ROI: cosa non ci dice questo indicatore

Nonostante la sua utilità, il ROI ha delle limitazioni importanti da considerare:

  1. Non considera il fattore tempo (Time Value of Money): La formula base non tiene conto del fatto che un euro oggi vale più di un euro domani. Due investimenti con lo stesso ROI ma durate diverse non sono direttamente confrontabili senza annualizzare il ROI o utilizzare metriche più sofisticate come il Valore Attuale Netto (VAN) o il Tasso Interno di Rendimento (TIR).
  2. Non misura il rischio: Il ROI indica solo il rendimento, non il livello di rischio associato all’investimento. Un investimento con un ROI potenziale molto alto potrebbe essere anche estremamente rischioso.
  3. Definizioni variabili: La definizione esatta di “Guadagno Netto” e “Costo dell’Investimento” può variare tra aziende o analisi diverse, rendendo i confronti difficili se non si utilizza una metodologia standardizzata e trasparente.
  4. Difficoltà nell’attribuzione: Può essere difficile isolare e attribuire con precisione i guadagni specifici a un singolo investimento, specialmente in contesti complessi con molteplici iniziative in corso.
  5. Ignora benefici non finanziari: Il ROI si concentra solo sul ritorno economico, trascurando potenziali benefici intangibili o non monetari (es. miglioramento della reputazione del brand, aumento del morale dei dipendenti, impatto sociale/ambientale).

Per una valutazione completa, il ROI dovrebbe essere utilizzato insieme ad altri indicatori finanziari (VAN, TIR, Payback Period) e non finanziari.

Strategie efficaci per migliorare il ROI

Per aumentare il ROI di un investimento o di un’iniziativa, le aziende possono agire su due leve principali:

  1. Aumentare i guadagni/benefici:
    • Incrementare i ricavi generati dall’investimento (es. aumentando i prezzi, il volume delle vendite, il valore per cliente).
    • Generare maggiori risparmi sui costi grazie all’investimento (es. maggiore efficienza energetica, riduzione sprechi).
    • Accelerare il tempo necessario per ottenere i benefici.
  2. Ridurre i costi dell’investimento:
    • Negoziare prezzi migliori per l’acquisto di asset o servizi.
    • Ottimizzare i costi di implementazione e gestione.
    • Ridurre i costi operativi associati all’investimento.
  3. Migliorare l’efficienza dell’investimento:
    • Assicurarsi che l’investimento sia utilizzato al massimo della sua capacità o potenziale.
    • Ottimizzare i processi correlati all’investimento.
    • Ridurre i tempi morti o gli sprechi associati.

Un’analisi attenta dei componenti della formula del ROI può rivelare le aree specifiche su cui intervenire per migliorarlo.

Esempi concreti di calcolo del ROI

  • Esempio 1: Campagna marketing online
    • Costo totale campagna (pubblicità, creatività): 5.000 €
    • Ricavi aggiuntivi generati dalla campagna: 25.000 €
    • Margine di profitto sui ricavi aggiuntivi: 40%
    • Guadagno netto dalla campagna = 25.000 € * 40% = 10.000 €
    • ROI = [(10.000 € – 5.000 €) / 5.000 €] * 100% = (5.000 € / 5.000 €) * 100% = 100%
    • Interpretazione: Per ogni euro investito nella campagna, l’azienda ha ottenuto un euro di profitto netto.
  • Esempio 2: Acquisto nuovo macchinario
    • Costo acquisto e installazione macchinario: 100.000 €
    • Risparmio annuo sui costi operativi (manodopera, energia): 30.000 €
    • Aumento annuo dei ricavi (grazie a maggiore produzione): 10.000 € (ipotizziamo margine 50%) => Guadagno 5.000 €
    • Guadagno annuo totale = 30.000 € + 5.000 € = 35.000 €
    • ROI (calcolato sul primo anno) = [(35.000 € – 100.000 €) / 100.000 €] * 100% = (-65.000 € / 100.000 €) * 100% = 65%
    • Interpretazione: Nel primo anno, l’investimento non ha recuperato il costo iniziale. Il ROI diventerebbe positivo negli anni successivi. Questo esempio evidenzia l’importanza di considerare l’orizzonte temporale.

Conclusione

Il Return on Investment (ROI) è un indicatore finanziario fondamentale e versatile per misurare la redditività e l’efficienza degli investimenti. La sua semplicità di calcolo e interpretazione lo rende uno strumento prezioso per supportare le decisioni aziendali, prioritizzare le iniziative e valutare le performance passate. Tuttavia, è essenziale essere consapevoli dei suoi limiti, in particolare la mancata considerazione del tempo e del rischio, e utilizzarlo in combinazione con altre metriche per una valutazione completa. Comprendere come calcolare, interpretare e migliorare il ROI è una competenza cruciale per manager, imprenditori e investitori che mirano a ottimizzare l’allocazione delle risorse e a massimizzare i ritorni nel competitivo scenario del 2025.

FAQ sul Return on Investment (ROI)

D1: Cosa si considera un “buon” ROI?

R: Non esiste un valore assoluto che definisca un “buon” ROI, poiché dipende fortemente dal settore, dal tipo di investimento, dal livello di rischio e dall’orizzonte temporale. Un ROI del 10% potrebbe essere eccellente per un investimento immobiliare a basso rischio e scarso per una startup tecnologica ad alto rischio. È importante confrontare il ROI con il costo del capitale dell’azienda, con i benchmark di settore e con il rendimento di investimenti alternativi con rischio simile.

D2: Qual è la differenza tra ROI, ROE e ROA?

R: Sono tutti indicatori di redditività, ma misurano cose diverse:

  • ROI (Return on Investment): Misura il rendimento di uno specifico investimento rispetto al suo costo.
  • ROE (Return on Equity): Misura la redditività generata per gli azionisti, rapportando l’utile netto al patrimonio netto (capitale proprio). Indica quanto efficacemente l’azienda utilizza il capitale degli azionisti.
  • ROA (Return on Assets): Misura la redditività generata dall’ utilizzo totale degli asset dell’azienda, rapportando l’utile netto (o l’EBIT) al totale attivo. Indica l’efficienza complessiva nell’uso delle risorse.

D3: Come si calcola il ROI annualizzato?

R: Per confrontare investimenti di durata diversa, si può annualizzare il ROI. Una formula comune è: ROI Annualizzato = [ (1 + ROI)^(1/n) – 1 ] * 100% Dove ‘ROI’ è il ritorno totale sull’investimento (in formato decimale, es. 0.5 per 50%) e ‘n’ è la durata dell’investimento in anni. Questo calcola il tasso di rendimento annuo composto equivalente.

D4: Il ROI può essere negativo?

R: Sì. Un ROI negativo indica che l’investimento ha generato una perdita, ovvero i costi hanno superato i guadagni. Ad esempio, un ROI di -30% significa che si è perso il 30% del capitale investito.

D5: Come si tiene conto dei benefici non finanziari quando si valuta un investimento?

R: Il ROI misura solo il ritorno finanziario. Per considerare benefici intangibili (miglioramento del morale, reputazione, impatto ambientale, ecc.), è necessario utilizzare approcci di valutazione più ampi, come analisi costi-benefici qualitative, la Balanced Scorecard o framework specifici per la valutazione dell’impatto sociale/ambientale, affiancandoli all’analisi del ROI.

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