Hey, buon lunedì, è bello averti qui!
È la nota numero novantanove, un gran bel traguardo che merita di essere celebrato. Non perdere la numero 100 perché annunceremo i prossimi STRTGY Meeting. Torneremo a incontrarci (ancora virtualmente per il momento) e a imparare dai migliori.
Al contrario di quello che potrebbe sembrare leggendo l’indice di questa nota vorrei rassicurarti sul fatto che non ti parlerò (come tutti) del Job to be Done in quanto teoria fine a sé stessa e non ti darò una lista di trucchetti semplici (che non esistono) per portarla in azienda (che è molto complicato – ma incredibilmente utile).
Vorrei sfruttare questo spazio per offrirti un nuovo paio di occhiali per osservare quello che sta succedendo, per permetterti di interpretare una parte di mondo che in questo momento potrebbe abbagliarci e sembrare diverso dal precedente, ma non lo è.
Ne avevo già parlato al Product Management Day e ne parlerò, approfondendo il concetto all’Italia’s Growth Talent per il quale sei ancora in tempo a prendere un biglietto.
Il mio intervento sarà Giovedì 3 febbraio alle 19:30. Spero avrai già lasciato la giornata lavorativa alle spalle e potrai unirti all’1% dei Product Manager (e ai loro leader) che vorranno separarsi dal branco. Ti mostrerò praticamente come realizzare una roadmap con precisione matematica, utilizzando appunto il JTBD.
Ma intanto iniziamo la settimana mettendo le mani su qualcosa di pratico.
Spero di vederti presto.
ALWAYS MAKE PROGRESS
—Antonio
● PRODUCTS / Si parla di soldi
Cos’è il Web 3 ?
Per comprenderlo bisogna attraversare tutte le versioni di web che hai vissuto:
Web 1. Nessuno sapeva cosa fosse. Il web era una ragnatela di pagine HTML scritte in Notepad e link blue. Nascono i webmaster e il modo per unirti al mondo era avere una email gratuita (alcuni si vergognano ancora oggi della loro email aperta da adolescenti e che non hanno mai cambiato – compreso me).
Il web era davvero decentralizzato, nel senso che non c’era nessuno che comandava. Se sapevi come fare potevi creare la tua pagina ed essere online.
Web 2. Se non sei su internet non esisti e le aziende che prima delle altre hanno dato un senso (economico) a questo nuovo spazio sono riuscite a creare mega piattaforme che sono diventate il primo modo per certificare la nostra identità online. Log-in with Facebook (o quello che vuoi). Ci informiamo, ci divertiamo (il gaming da solo supera il fatturato di musica e cinema – pazzesco), compriamo e abbiamo barattato la nostra privacy con il servizio.
Il web è in mano a poche grandi aziende che utilizzano gli algoritmi (anche gli altri hanno gli algoritmi, ma non hanno abbastanza dati per renderli intelligenti) per renderci la vita così semplice e veloce da non fare nemmeno a tempo a mettere in discussione ciò che ci sta succedendo perché è già successo (il Web 2 è in real-time).
Web 3. Non possiamo nascondere che la vita è migliorata grazie al Web 2 ma proprio perché c’è troppo di noi là fuori che abbiamo bisogno di riprenderci il controllo. Il Web 3 fa le stesse cose del Web 2 ma è tutto decentralizzato il che vuol dire che l’infrastruttura è di tutti e di nessuno (il protocollo) ma i dati sono tuoi e il miglior posto per nasconderli è alla luce del sole quindi sono pubblici ma sicuri (criptati). È proprio questa inviolabilità tecnica che permette di dare ai dati un nuovo valore tangibile al pari del denaro con i quali vengono scambiati.
The Proof of Profit.
Hegel diceva che all’aumentare di un fenomeno non cambia solo la sua quantità ma anche la qualità del mondo in cui avviene. Galimberti (in un suo intervento) fa un esempio che spiega questo teorema in maniera molto precisa: se c’è un terremoto lieve nessuno se ne accorge, ma se il terremoto è fortissimo crolla tutto e il mondo dopo è visivamente diverso.
Tornando alla nostra storia, se pochi nerd avessero continuato a scambiarsi qualche bitcoin il mondo sarebbe rimasto identico ma se l’intero pianeta scambia quotidianamente miliardi di dollari con stringhe di testo criptate allora avviene un terremoto! Che è quello che sta succedendo.
Il denaro è ciò che muove il mondo perché viene usato per soddisfare i bisogni delle persone.
Il Web 3 è la promessa che il controllo di quest’asset possa essere restituito alle persone e non a poche organizzazioni.
Apparentemente (te lo spiego meglio nel blocco successivo).
● PRODUCTS / History repeating
JTBD e Web 3 ?
Moxie Marlinspike è lo pseudonimo di Matthew Rosenfeld, imprenditore e crittografo, e ha scritto uno dei pezzi più importanti, forse perché il più chiaro sul Web 3 e che ha fortemente ispirato questa nota. Ti invito a leggerlo. Ecco il link.
Voglio portare la tua attenzione su questa sua frase.
People don’t want to run their own servers, and never will. — Moxie Marlinspike
Il Web è uno spazio tecnicamente complicato.
Di per sé il fiume di dati criptati disponibili per chiunque è incomprensibile e inutilizzabile. Per dargli un senso bisogna costruirci sopra delle dApp, cioè delle app che sfruttano la blockchain per compiere un lavoro: dall’arte ai videogiochi, dai social network ai marketplace, dai meme alle assicurazioni. Qui trovi un ranking globale.
Come vedi la competizione è già altissima e come in tutte le gare vince chi va più veloce.
È quando le cose sono complicate si materializza l’opportunità di fare (tanti) soldi rendendole più semplici, più veloci, più economiche, più sicure, per tutti. È questo il vero spirito imprenditoriale!
Succede che alla spina dorsale della blockchain sono attaccate due aziende che forse non hai mai sentito nominare, Infura e Alchemy, che offrono API agli sviluppatori che vogliono costruire le dApps e succede anche che questi servizi sono progettati così bene che non esistono alternative migliori (o sono molto poche) e quindi la maggior parte delle dApp utilizza la loro infrastruttura. Il loro vantaggio competitivo è il Design!
Se i server di Infura e Alchemy dovessero spegnersi per qualche ragione nessuno potrebbe più utilizzare quelle dApp basate sulla blockchain!
Ma scusa, non era tutto decentralizzato? Non era tutto di tutti?
Si ma la domanda conta sempre più dell’offerta, modella il mercato e fa sì che il valore si concentri sempre in chi rimuove, più velocemente dei competitor, i colli di bottiglia dall’esperienza.
Ho letto che Jeff Bezos si lamenta nelle interviste che troppe volte gli chiedano “cosa succederà tra 10 anni” mentre secondo lui la vera domanda è “che cosa NON succederà tra 10 anni”.
Dal Web 1 al Web 3 (e oltre) cambia la tecnologia ma non ciò che vogliono le persone che ieri come oggi non hanno voglia di gestire la complessità ma solo di godersi la festa.
Ed è questa la potenza del JTBD e di come influenza i processi di Design. La possibilità, applicabile a ogni industria e prodotto, di comprendere qual è il livello più stabile delle reali motivazioni d’acquisto che bisogna necessariamente conoscere per costruirci sopra la prossima evoluzione.
Esiste una serie di pratiche che racconterò nel mio speech di Giovedì 3 febbraio alle 19:30 e che ho messo a disposizione dei membri della community di STRTGY per poterle adottare rapidamente nei propri team.
Ti aspetto all’evento, ma se vuoi accedere in anteprima al lavoro scrivimi in privato, sarò felice di mostrarti di più.