Hey, buon lunedì!
Le imprese che investono nel design crescono più veloci di chi non lo fa. Ma bisogna investire in una direzione ben precisa. Ho raggiunto al telefono Domenico Sturabotti, Direttore della Fondazione Symbola, per interpretare i numeri del report presentato giovedì scorso.
Design Economy 2020
Design Economy è giunto alla quarta edizione e dal 2017 è il lavoro più autorevole che mette i numeri a questo settore strategico per l’economia italiana. Potete scaricare gratuitamente anche le edizioni passate da questo link ↗.
Non mi meraviglierei se questo report fosse una cosa completamente nuova per te, e questo è il principale motivo per cui ho deciso di dedicargli il nostro appuntamento settimanale.
I designer e le aziende viaggiano su binari paralleli che ancora non si incontrano. Pur lavorando uno per l’altro fanno fatica a comprendersi e così i designer non riescono a misurare il loro impatto sul conto economico e gli imprenditori e manager, complice l’aumentare della complessità tecnologica dei processi, incontrano crescente difficoltà nell’integrare questa funzione nei processi produttivi, nei team e nell’organigramma aziendale.
Questo report indaga cosa succede davvero e suggerisce una strada possibile per il futuro.
L’Italia è prima ma…
L’Italia con quasi 34 mila attività, che incidono per il 15,5% dell’intero sistema del design nella comunità europea, si colloca al primo posto per numero di imprese in Europa, dopo ci sono Germania, Francia, Regno Unito e Spagna.
Ma attenzione… nonostante un primato in termini di aziende, Germania e Regno Unito registrano non solo un numero di posizioni lavorative superiore a quelle italiane, ma anche un trend di crescita molto più sostenuto.
A: «Domenico, ci aiuti a interpretare il report per trovare una spiegazione?»
Domenico: «Andando in profondità nell’indagine grazie anche al supporto di Polidesign abbiamo intervistato un campione di aziende per comprendere la composizione dei servizi di design offerti dai progettisti per aiutarci a classificare il grado di maturità delle imprese nell’impiego di servizi di design. Quello che è emerso è che per la maggior parte il design lavora prevalentemente sulla forma o sul prodotto. Invece sono ancora poche in Italia le aziende che legano il design a una dimensione di processo o strategica.
Detto questo dobbiamo incrociare anche un altro dato. Se andiamo a vedere le aziende che investono in design è vero che sono più competitive ma tra queste, quelle cha hanno maggiore crescita, sono quelle che hanno investito in design per cambiare la cultura d’impresa. Quindi non è il design tout court che migliora le aziende, ma il design quando agisce sul cambiamento dell’impresa, dal suo vertice a tutte le funzioni.»
A: «Perché, per i designer e aziende, è importante capire questo?»
Domenico: «Questa lettura evidenzia che non c’è più mercato per un design inteso solo come forma ma la dimensione che spinge la competitività è quella apicale che cambia il modo con cui l’azienda si relazione al mercato.»
Il ruolo del Design nel futuro
Domenico: «Lavorando con tante aziende e in tanti settori ci accorgiamo sempre di più che le grandi trasformazioni avvengono perché a un certo punto cambia il senso che gli attori svolgono nell’economia. In questo scenario quello che vediamo è che le imprese cambiano modello organizzativo per privilegiare la relazione non solo con il cliente ma anche con la filiera, ridefinendo, addirittura nel proprio statuto, la definizione di valore non più solamente legata al profitto ma anche in termini sociali e ambientali. Il ruolo del design sarà proprio quello di dare un senso alla grande quantità di nuove tecnologie per riprogettare relazioni dentro e fuori l’azienda.»
A: «Da progettare esperienze a progettare relazioni… Possiamo dire così?»
Domenico: «C’è un nuovo modello di impresa da progettare che si ancora non solo all’economia ma alla società e che non mette più al centro l’uomo ma la natura intesa come comunità. I designer saranno chiamati a ridefinire il perimetro delle imprese nella società.»
A: «Su cosa deve concentrarsi il design per avere l’impatto necessario a stimolare la crescita?»
Domenico: «I designer lavoreranno sul funzionamento dell’impresa modellando i processi attorno ai prodotti gestendone l’intero ciclo di vita fino al rientro nella filiera. È importante far capire agli imprenditori e ai manager che il design aiuta a cambiare la cultura, cambia le imprese e le guida.»
A: «Da dove si inizia a lavorare sul futuro?»
Domenico: «Guardando fuori l’azienda. Il designer del futuro dovrà ridefinire processi industriali che non avvengono più dentro l’azienda ma metteranno in relazione diversi soggetti. Le imprese che investono nel design sono ancora troppo poche e troppo poche. C’è infatti un urgente bisogno di diffondere tra gli imprenditori la consapevolezza dell’impatto del design sulle performance dell’azienda a tutti i livelli, per poter integrare al meglio la cultura progettuale nelle strategie d’impresa e non relegarlo ad una funzione accessoria.»
Buon lavoro!
Fatti sentire.
Full disclosure: Non ho ricevuto nessuna richiesta di promozione né alcun compenso che possa influenzare le mie opinioni.
Bonus ↓
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