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Hey, buon lunedì,
come Mattarella, probabilmente anche io ho bisogno in questo momento di dare una sistemata ai capelli.
Non so se è vero, però mi hanno sempre detto che se li tagli corti ricrescono più forti.
Quello che invece so per certo essere vero, è che per far crescere il business devi tagliare le cose che non funzionano più. L’importante è capire cosa, dove e quando dare questo taglio.
Ho sempre sentito manager e consulenti chiedere “più budget” e non ho mai sentito nessuno ridurlo o restituirlo.
Ho capito poi con il passare del tempo e lavorando con aziende sempre più strutturate che non è colpa loro, è colpa della burocrazia e della cultura aziendale.
Già in tempi normali, figuriamoci ora, per un manager, è facile individuare segnali che la propria divisione o prodotto, è in declino. E questo può avvenire per innumerevoli motivi, non necessariamente per negligenza o mancanza di capacità. Semplicemente una nuova soluzione sul mercato risolve lo stesso problema meglio, più economicamente o più velocemente. Quello che è più probabile che accada è che altro budget venga investito con la speranza di risollevare le cose piuttosto che abbandonare il settore e dedicare le energie del team a una nuova iniziativa.
Il fatto è che nelle scuole di business si impara come costruire e far crescere un progetto ma non viene mai insegnato come capire quando è il momento di abbandonarlo e come farlo nel modo giusto. Né tantomeno il sistema di incentivi è costruito per premiare questo tipo di iniziative che promuovono l’efficienza, infatti la penalizzano.
È in aziende del genere che si chiedono: “Ha senso impegnarsi quando i bonus sono saltati già il 9 Marzo?”
È il momento di smettere di guardare il business plan (che già non era realistico a Novembre) e di concentrarsi a riprogettare un nuovo vantaggio competitivo abilitato dalle 3P: Persone, Processi e Prodotti.
Nel nostro gruppo su Facebook, in occasione del nostro primo Meeting, ho condiviso lo STRTGY Maturity Index (link diretto)↗ che rappresenta le organizzazioni secondo due dimensioni, la priopria competitività e l’impatto/valore che riescono a generare, definendole in queste categorie:
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Statiche: incapaci di reagire se non istintivamente
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Reattive: capaci di reagire ma con risorse umane e finanziarie limitate
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Proattive: capaci di riconfigurarsi e sostenere il cambiamento
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Innovative: capaci di anticipare il cambiamento
Da quando l’ho presentato per la prima volta, tutto è cambiato, ma il framework è più che mai attuale. Ti consiglio di scaricarlo e di unire letteralmente i puntini per capire dove sei.
Se l’hai già fatto a suo tempo confronta i nuovi risultati con i precedenti.
In ogni caso, usalo come mappa per capire la nuova direzione. Se hai bisogno di una mano non esitare a scrivermi.
The Contactless Business Model
I nuovi business model saranno la chiave dell’innovazione, non le nuove tecnologie.
Nel suo ultimo libro, Reinvent Your Business Model ↗, Mark W. Johnson partner e co-founder di Innosight, mette in evidenza 2 punti fondamentali, prendi nota:
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Le nuove tecnologie, per quanto trasformative, non bastano per creare un modello di business che crea valore per i propri clienti e per se stesso in maniera ripetibile
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I nuovi modelli di business, abilitati dalle nuove tecnologie, sono la chiave per il successo o il fallimento delle organizzazioni
Questa pandemia cambierà per sempre sia il lato destro che quello sinistro del tuo canvas. Quello dei Partner Chiave e quello dei Clienti e di come dovrai entrare in relazione con loro.
Da un lato protezionismo, certificazioni e nuove regolamentazioni cambieranno le tua supply chain.
Dall’altro il tuo business dovrà reinventare le modalità per dare valore in una relazione nella quale il contatto fisico e condivisione saranno un forte limite.
Bhu!
Credo che uno dei settori che più di ogni altro sta subendo questa crisi sarà anche quello che ci insegnerà tanto: la ristorazione.
Sono nati già prima della pandemia ma adesso si stanno diffondendo più velocemente, sono i Ghost Restaurant: ristoranti che servono i loro clienti solo attraverso consegna a domicilio. Non possiedono una location e nemmeno camerieri, non c’è musica né arredamento. Solo un sito internet, un profilo sui social, un account sulle app di delivery.
Perché pagare per cose di cui non puoi più godere?
Ed ecco che nascono nuove opportunità anche B2B.
Per esempio Forage Kitchen ↗ è una cucina condivisa con una missione ben precisa, quella di sostenere cibo ed economia locale condividendo spazi di lavoro, supporto al business e una community. Se vuoi aprire un ristorante puoi prendere un loro spazio attrezzato.
Immagina il Mercato Centrale ↗ di Firenze o Roma trasferirsi in un capannone in periferia, e accogliere sotto lo stesso tetto cucina tipica di tutte le regioni e specialità etniche.
Basta andare sull’app e prenotare. O meglio ancora fare un abbonamento e dimenticarsi della cucina perché avremo rinunciato all’isola con il piano cottura per far spazio a una scrivania in più.
Ma prima di lasciarti alla tua giornata voglio darti questa suggestione, e se a cucinare fosse un robot? Uno come quello che ti lascio nel link in basso.
Pagheresti l’unica cosa che conta. L’algoritmo. La ricetta, che contiene non solo quantità e tempi di cottura ma anche i movimenti catturati in 3D dello chef.
Benvenuto nel Computational Restaurant.
E tu, e il tuo team, in queste 7 settimane, come state trasformando il vostro modello di business?
Scrivimi, sono curioso! E se hai bisogno di confrontarti non esitare a chiedere. Rispondo sempre a tutti.
Buon lavoro!
Fatti sentire.