Hey buon lunedì,
Quando hai un’ossessione diventi anche una calamita di informazioni.
Il mio amico Francio di Ciao Mondo mi ha girato questo reel dall’account Instagram di 20VC – uno dei migliori podcast in circolazione sui temi di startup e crescita – nel quale Jean-Denis Greze, CTO di Plaid, parla di come misurare il progresso.
Questo mi offre lo spunto di scendere in profondità e soprattutto di mostrarti come fare nella pratica utilizzando gli strumenti certificati di MAKE PROGRESS con gli OKR.
Cosa dice Jean-Denis?
Supponiamo di voler andare da Parigi a Milano.
Prendiamo in considerazione 3 modi per poterlo fare:
- Andare a piedi
- Andare in treno
- Andare in aereo
Decidiamo anche di misurare il progresso guardando una sola metrica: la percentuale di distanza completata tra Parigi e Milano.
Ogni giorno diminuisce e si può prevedere molto chiaramente quando la persona arriverà a Milano.
Se misuriamo il progresso dalla prospettiva di chi va a piedi, questa metrica si muove costantemente seppur di poco alla volta, confermandoci di star facendo progressi nella giusta direzione.
Se misuriamo il progresso dalla prospettiva di chi va a in treno vedremo che la sua metrica si muoverà molto lentamente, magari nella direzione opposta perché la stazione è in un altro punto della città, poi subirà un’accelerazione verso la destinazione finale arrivando a Milano prima di chi va a piedi.
Guardando la metrica dalla prospettiva della persona che parte in aereo la situazione è ancora più strana… Ci potremmo chiedere: cosa sta succedendo? Si allontana dalla città (per raggiungere l’aeroporto) poi rimane fermo per ore (in attesa dell’aereo) e all’improvviso arriva a Milano prima degli altri.
Il suo punto è quello che se ci concentriamo solo, e sottolineo solo – ora ti spiegherò – sulla metrica, questo modo di gestire il lavoro incentiverà il comportamento di andare a piedi. Di fare progressi piccoli, costanti e prevedibili. È una situazione in cui tutto è misurabile e per questo confortevole: sarete sicuri che prima o poi arriverete a destinazione.
Parlando di innovazione…
«È chiaro che il mezzo di trasporto migliore è l’aereo. Il lavoro migliore è quello in cui si costruisce un aeroporto e si inventano aeroplani. E poi, qualche anno dopo, si può passare da un posto all’altro, non in 27 ore, ma in un’ora.
È necessario che qualcuno si metta in gioco e dica: “Credo che questo funzionerà!” Metterò a rischio la mia promozione e la mia carriera. Ad esempio, avremo cinque persone a lavorare su questa cosa. Credo che questa sia la parte di innovazione di prodotto. È davvero difficile.»
KR In Real Life
Ecco uno schema che mostra come si muovono nel mondo reale i risultati chiave in un programma di OKR.
L’andamento 1 è quello del ragazzo che va a piedi.
Progressi quotidiani stabili e lineari. Succede raramente perché questo significa che non ci saranno intoppi e che la strategia funzioni con una prevedibilità assoluta. Se questo fosse il caso allora la mia opinione è che non ci sarebbe nemmeno bisogno degli OKR in prima battuta: ti bastano i KPI.
L’andamento 2 è quello del ragazzo che si sposta in treno.
Fa dei piccoli progressi, all’inizio sembra non farcela, poi la sua velocità aumenta, diventa stabile e raggiunge la destinazione. Questo caso è molto comune. Succede quando i team lavorano per un periodo di tempo mantenendo le performance precedenti mentre stanno per lanciare un’innovazione incrementale come il lancio di una nuova funzionalità.
Ecco uno screenshot preso da uno dei programmi di OKR che ho seguito personalmente.
L’andamento 3 è quello del ragazzo che si sposta in aereo.
È il caso di innovazioni disruptive di cui parla Jean Denis. Di pivot coraggiosi che quando funzionano permettono di superare la competizione e di cambiare completamente lo scenario. Si fanno progressi, poi si mette tutto in discussione e poi si bruciano tutti i record precedenti.
Il progresso può essere anche invisibile
ma non significa che è meno importante
Adottare gli OKR e in generale il lavoro per obiettivi non significa riempire le giornate di spreadsheet e numeri da misurare… Sarebbe come dire che per dimagrire bisogna pesarsi continuamente.
Alcune metriche potrebbero non muoversi per molto tempo, o addirittura regredire – momentaneamente – al di sotto delle performance precedenti quindi come fare per sentire il progresso anche in queste situazioni?
È importante tracciare anche il livello di confidenza ovvero il livello di fiducia nel raggiungere il target alla fine del periodo sulla base dell’andamento delle iniziative e del consumo di risorse.
Facciamo un esempio. Nel caso del ragazzo che si sposta in treno il livello di confidenza potrebbe rimanere costante fino all’arrivo in stazione anche se la sua metrica non rappresenta il risultato atteso. Nello stesso modo anche il livello di confidenza di chi si sta allontanando dalla città per raggiungere l’aeroporto potrebbe essere alto pur avendo una contraddizione nella metrica. Significa avere la situazione sotto controllo. Entrambi sanno che i loro mezzi sono in orario e che li porteranno a destinazione in tempo. Entrambi stanno facendo dei progressi tangibili che non sono catturati dalle metriche. Ecco perché è importante che in ogni check-in non basta aggiornare i propri KR ma è necessario anche aggiornare il livello di confidenza.
Il beneficio più grande? Evitare il micro-management
Senza questo parametro, probabilmente ti attaccheresti al telefono per capire cosa stia succedendo…
Ma prioritizzando le conversazioni per livello di confidenza un manager può anticipare i problemi parlando con i team che stanno avendo difficoltà e lasciando lavorare quelli che stanno facendo progressi.
E cos’è quella cosa che tutti i leader vogliono e che tutti dipendenti desiderano ma nessuno che ottiene? L’autonomia.
Il livello di confidenza è parte integrante delle tecniche di check-in degli OKR.
Se vuoi approfondire, sfoglia a pag. 353 del libro più pragmatico sugli OKR oggi in circolazione e ricorda…
ALWAYS MAKE PROGRESS ⤴
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