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№ 119

Non c’è valore senza valori

8:18 di lettura — Nasce la certificazione PMAll. Come cambiare il mondo un prodotto alla volta. Product Manager vs Project Manager
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Hey, buon lunedì!

Scrivo questa nota appena rientrato dal Product Management Day di Roma. 

È stato incredibile! 200 professionisti dal vivo e più di 100 online, 12 ospiti, e più di 9 ore di talk.

Tanti sono passati dallo stand di STRTGY, hanno sfogliato i primi capitoli del libro sugli OKR ↗ e portato a casa le stampe dei canvas strategici per lavorare subito ai propri obiettivi. Sono felicissimo del fatto che è stato già raggiunto il 44% dell’obiettivo di crowdblishing.

Preordinalo anche tu oggi stesso sul sito dell’editore ↗ se vuoi:

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Sono particolarmente fiero di essere salito sul palco con i miei colleghi della Product Manager Alliance (PMAll) per presentare la prima certificazione di Product Manager Professional® che – in questa fase – avrà 4 ambiti di intervento: discovery, strategia, delivery, metriche. 

Se sei interessato ad essere tra i primi a certificarti o a certificare le competenze del tuo team lascia i tuoi dati su productmanageralliance.org↗ o contattami personalmente.

Cosa c’è nella nota di oggi?

Ho avuto il piacere di fare (più di) una bellissima chiacchierata con Fabio Armani, uno dei più importanti agile coach italiani. In questa nota ti lascio la sua intervista che affronta su un livello più umano e profondo il tema del Product Management.

Fabio vede i prodotti come uno strumento per migliorare l’umanità a patto di essere in grado, come leader, di riconfigurare le organizzazioni per riconnettere valore – economico –  e valori umani. Una chiamata all’azione per cambiare le cose – finché l’umanità è ancora in tempo.

Prima di lasciarti alla lettura ci tenevo a dirti che lunedì 18 luglio alle 18:30 avremo l’ultimo STRTGY Meeting della stagione con l’Head of Design di  delle aziende più innovative del mondo! Libera la tua agenda, mi farebbe piacere se riuscissi a partecipare.

Di quale azienda sto parlando? Rispondi a qualsiasi newsletter (leggo tutte le email), sono curioso di sapere chi è secondo te l’azienda globale più innovativa in questo momento.

ALWAYS MAKE PROGRESS ⤴
—Antonio


● PMDAY22 / Allineare valore e valori

Il prodotto è un essere vivente

A: Ciao Fabio, presentati alla Community.

Fabio: Ciao, sono Fabio Armani: Lean Agile Coach & Trainer. Sono laureato in astrofisica. Sono un artista, musicista, professore universitario, visionario e una meteora di 63 anni.

La sfida della mia vita aiutare le aziende e le loro persone a cambiare in meglio: mi piace definirmi un servant leader. Se ci sono riuscito preferisco che lo dicano le persone che ho servito.

Ho collaborato con i C-Level di diverse aziende, di piccole, medie e grandi dimensioni – BNL, Cerved, Dada, Delta Tre, ENEL, KPMG, Monte dei Paschi di Siena, Neomobile, TIM, potrei contare più di 50 aziende, centinaia di team e migliaia di persone – trasformando completamente la loro pelle e il loro mindset. Sono infatuato da tutto ciò che è legato alla soddisfazione del cliente e degli utenti finali, mentre sono decisamente lontano da tutto ciò che è puramente commerciale. 

Nonostante l’età, ho gli stessi sogni di un ragazzino di 16 anni e penso ancora che l’umanità abbia una chance per poter cambiare il mondo e il proprio ecosistema

A: Qual è la tua definizione di prodotto?

Fabio: per me il prodotto è un essere vivente, qualcosa che ha a che fare con noi umani in modo molto profondo, un artefatto, manufatto con cui empatizzare. 

È legato al concetto di valore e, per me, ai valori. Da qui: “non può esistere valore senza etica e valori.”

Il prodotto non deve essere un meccanismo per far arricchire qualcuno – magari in modo scandaloso -, ma un processo dell’umanità futura e dell’ecosistema che favorisce l’interscambio, che porti valore a chi lo crea e a chi lo riceve. 

Il prodotto è un bene di scambio per creare valore e valori.

Lo paragono a una pianta, un albero, un animale – anche gli essere umani sono animali -, un essere vivente, qualcosa che continua a crescere e che realizziamo insieme all’utente finale in un processo chiamato co-creazione.

Voglio essere esplicito: dobbiamo cambiare e adottare una filosofia Zero Tolerance per tutto ciò che non è etico. Morbidi e inclusivi con le persone e duri con tutto ciò che è amorale, non etico e  non rispettoso dell’ecosistema.

Nelle aziende è importante parlare di prodotto e non di progetto. 

Cambiare il mondo un prodotto alla volta

A: Cosa deve fare un’azienda per avviare questo cambiamento?

Fabio: E’ imperativo iniziare a vivere con la logica di un ecosistema. 

È un passo importante e profondo che riguarda una rivoluzione del mindset, un’inversione di paradigma. Non è da affrontare con leggerezza. Non ha certo a che fare con pratiche o processi.

Il cambiamento profondo deve partire dai team e non dalle persone al vertice. Bisogna rovesciare la piramide gerarchica: nella mia visione non ci devono essere capi che lucrano sulle vite degli altri. Siamo in un mondo che cambia esponenzialmente, sul bordo del caos. Le logiche deterministiche sono tanto obsolete quanto assurde.

Come fare concretamente? Si possono adottare diverse forme di organizzazione, per esempio HSD, Holacracy e Sociocracy 3.0

Le aziende devono essere sostenibili – sia dal punto di vista ecologico che umano -, sposare nuovi valori e capire che possiamo cambiare la nostra evoluzione. 

A: Una delle tue ambizioni è aiutare le organizzazioni a diventare product driven perché è l’unica soluzione per poter cambiare il mondo, un prodotto alla volta. È corretto?

Fabio: Si! Ma non sono l’unico pazzo a pensarla così. 

Quasi tutti i leader di questo movimento credono che lo scopo del Product Owner o Product Manager non sia quello di indicare e definire quali siano le feature di un prodotto. Piuttosto la sua missione è cambiare il mondo in un posto migliore, come dice Jeff Patton

A: Ci aiuti a distinguere i ruoli del Product Manager, Product Owner e Project Manager?

Fabio: Dividiamo le figure con il prefisso product da quella con il prefisso project in quanto appartengono a due ambiti diversi.

Il ruolo del Project Manager viene da un mondo tradizionale e il suo compito è confinato a portare a compimento gli output che gli sono stati passati dagli stakeholder.

Una precisazione: io faccio parte da oltre 35 anni del Project Management Institute (PMI), quindi massimo rispetto per i colleghi Project Manager. In PMI, il progetto è, per definizione, qualcosa che ha una data di inizio e una di fine, spesso con un ambito definito all’interno di ciò che viene chiamato il triangolo di ferro.

Il prodotto invece è come un essere vivente: nasce, si sviluppa, ha una vita lunga, ha anche dei figli e una morte lenta, all’interno del circolo della vita. 

La distinzione tra Product Owner e Product Manager è legata a un problema di nomenclatura e se vogliamo semantico. 

Il Product Manager (gestore del prodotto) è nato ben prima del Product Owner (padrone del prodotto) che inoltre è specifico di un unico framework metodologico: Scrum.

Quindi, potremmo dire che Product Manager è il termine più generico e meno specifico.  

Se usiamo la logica, o meglio la linguistica, dovremmo dire che il secondo (PO) è la figura più importante, proprietaria di tutto il prodotto e connessa con azienda, business e cliente finale.

Purtroppo, in moltissimi contesti e nell’implementazione pratica, il Product Owner svolge un ruolo troppo operativo: strano a dirsi ma alcune metodologie (come SAFe) hanno rivoltato la logica facendo diventare più importante il ruolo del Product Manager. 

È importante accorciare la filiera del valore, tra l’utente finale e il prodotto: più la connessione è diretta, più il prodotto porterà valore e valori.

La strategia di prodotto dovrebbe essere in mano a una sola persona che si occupa dell’intero Life Cycle. Come dicono Mary & Tom Poppendieck: “From concept to cash”. 

Contribuire al cambiamento 

A: Il titolo del tuo speech è stato molto particolare: “fare surf sul bordo del caos”. Il tema è legato all’evoluzione esponenziale del mercato e della tecnologia. A chi è dedicato il tuo talk e cosa hanno portato a casa le persone?

Fabio: Il focus è sugli individui e le interazioni, non sui processi e ovviamente non sugli strumenti. 

Tutti noi – i giovani di più – stiamo vivendo un’evoluzione esponenziale che richiede un enorme cambiamento di paradigma. 

Questo cambiamento esponenziale è un dato di fatto. Non sto qui a dire se sia positivo o negativo. Sta di fatto che storicamente e statisticamente l’umanità non ha mai riconosciuto i propri errori sistemici arrivando a compiere delle scelte tremende. Siamo la prima specie vivente sulla Terra che ha il terribile (direi osceno) potere di distruggere se stessa e moltissime altre specie (esclusi batteri, virus e poco altro)! 

Esiste ancora una via d’uscita. Vorrei dare qualche spunto per smuovere almeno le coscienze.

Mi rivolgo soprattutto ai C-Level specialmente a coloro che pensano di poter portare una piccola differenza e cambiare. I dirigenti hanno grandi responsabilità: gli chiedo di cambiare radicalmente e presto il loro mindset. 

Ho parlato di complessità, di Leading on the Edge of Chaos, di Butterfly Effect: ognuno di noi nel suo piccolo può attivare un cambiamento perché entra in risonanza con altri oggetti e altre persone, avviando  così l’effetto esponenziale.

A tutte le persone dico: svegliatevi e contribuite al cambiamento. 

A: C’è una risorsa che vuoi consigliare per approfondire i temi del tuo intervento?

Fabio: Due su tutti, un libro e un evento.

Leading Exponential Change: Go beyond Agile and Scrum to run even better business transformations ↗, un testo molto bello.

Non possiamo più nasconderci dal cambiamento esponenziale e dobbiamo guidarlo, essere proattivi e dare tutto il meglio di noi stessi. È un’occasione e un’opportunità.

L’evento è il Product Ownership Camp ↗. Mi sono sempre interessato di questo tema: infatti nel 2012 insieme a Stefano Leli ho ideato un Camp che quest’anno compie dieci anni di attività.

Una community dell’intelligenza elevata fatta Product Owner, Product Manager, Manager e Lean Agile coach che si incontrano per un lungo weekend di confronti, approfondimenti e giochi incentrati sul concetto di prodotto.
Alla mia età sento il dovere etico di donare agli altri e di essere allineato con il senso di progresso (non solo quello tecnico). Ci vediamo li.

Non perdere le prossime Note. Ogni lunedì alle 7:00. Gratis.

Strumenti e framework per sbloccare l’innovazione in azienda e applicare praticamente Design Thinking, Blue Ocean Strategy, JTBD e OKRs.  


10 Aprile 2024, 18:00

Prossima tappa: Torino

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