№ 84

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Per cosa stai ottimizzando?

3:28 di lettura — L’incredibile impatto di scegliere la variabile giusta al momento giusto
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Hey, buon lunedì!

Vogliamo tutti di più. Ma più di cosa?

In questa nota non parlerò di obiettivi e risultati ma di un processo che avviene in background del quale pochi sono davvero consapevoli e riescono a sfruttarlo a proprio vantaggio. Chi lo fa raggiunge risultati straordinari. 

È un tassello del puzzle costantemente sottovalutato, un momento di disconnessione tra le nostre azioni e la destinazione che vogliamo raggiungere. Se non impari a prenderne il controllo sarà lui a farlo e, come un granello di sabbia negli ingranaggi, a lungo andare, romperà il motore.

Sto parlando dell’ottimizzazione. In particolare, dell’impatto di scegliere una variabile secondo la quale ottimizzare il sistema.

Come ottenere il massimo

Ottimizzare significa letteralmente ottenere il massimo possibile. Raggiungere il punto di ottimo. Fare in modo che quella misura sia la più alta in assoluto. È esattamente così che cambiamo il corso delle cose. Che modelliamo il nostro comportamento. Che agiamo sul futuro.

La maggior parte di noi lo fa inconsciamente.
Ma chi lo fa di proposito vince.

Facciamo degli esempi.

F1, ottimizzata per la velocità.

5 Settembre 2021. Gran Premio d’Olanda. 

Verstappen e Perez. Due piloti nella stessa scuderia. Guidano la stessa auto.

Hanno lo stesso motore. Progettato dagli stessi ingegneri. Consumano lo stesso carburante e gli stessi pneumatici. Mordono lo stesso asfalto.

Le due auto sono identiche? Si, ma sono ottimizzate diversamente.

In base alla strategia di gara. Alla posizione nella griglia di partenza. Ai propri tempi e a quelli degli avversari.

Ammortizzatori, gomme, serbatoio, alettoni, elettronica…

Modificando le variabili, entrambi i piloti si assicurano di ottenere il massimo della velocità. In tempo reale, giro dopo giro.

Verstappen arriva primo. Perez ottavo. Non secondo. Nemmeno terzo. Ottavo.

Potrebbe essere la bravura del pilota, potrebbe…

Ma ottimizzare la macchina significa vincere. 

Significa assicurarsi che ci sia grip tra strategia ed esecuzione.

Un pò più di questo. Un pò meno di quest’altro. Con tempismo.

Facebook, ottimizzato per avere una fetta più grande della tua vita.

Avrai sicuramente visto i nuovi Ray Ban Stories. Per meno di trecento dollari puoi avere un paio di occhiali che connette la tua vita con la piattaforma.

Non sono niente di nuovo. Il futuro dei computer è sempre più vicino ai nostri occhi e al nostro cervello.

I Ray Ban Stories sono la chiara indicazione della nuova fase di ottimizzazione di Facebook, quella nella quale ciò che è importante adesso e aumentare la percentuale della vita degli utenti condivisa sulla piattaforma. 

Le statistiche dicono che utilizziamo il telefono in media 6 ore al giorno. Con gli occhiali potremmo arrivare sicuramente alle 12 ore e senza avere le mani occupate!

Basta premere un bottone o usare la voce che foto e video in prima persona finiscono prima in un’app specifica poi direttamente su una delle quattro di Facebook.

Anche se la lucina bianca è spenta e nel video di presentazione Mark Zuckerberg assicura che esiste un bottone per spegnere completamente telecamere e microfono, nella pagina dedicata alla privacy del prodotto c’è scritto espressamente che i dati sono tuoi ma che ti verranno offerti prodotti “ancora più personalizzati”. Ora che ha i nostri occhi ci crediamo.

È un’accelerazione in curva verso targeting e tracking più preciso, un volume maggiore di contenuti prodotti e consumati e un tempo maggiore speso sulla piattaforma che alla fine significa più ads e quindi più fatturato.

Perché è importante decidere cosa ottimizzare?

Perché altrimenti lo farà qualcun altro…

Le scuole sono ottimizzate per le nozioni piuttosto che la per sperimentazione e la collaborazione così come i genitori hanno ottimizzato le scelte dei propri figli sulla sicurezza piuttosto che sull’esperienza.

Anche quando vai in vacanza ottimizzi per il relax piuttosto che per la festa, ottimizzi per lo sport piuttosto che per l’arte…

E nel business?

Penso sia ancora più cruciale rendere esplicita la variabile da ottimizzare.

E questo è il compito dei leader perché altrimenti sarà la cultura aziendale, quell’insieme di codici comportamentali non scritti, a farlo al posto loro.

Immagina di lavorare in un team ottimizzato per l’autonomia piuttosto che per la costante ricerca del permesso. Come sarebbe distribuito il potere? Come sarebbero differenti i processi?

Immagina ancora di ottimizzare il tuo prodotto per la soddisfazione dei clienti piuttosto che per i margini. Come sarebbe diverso? Sarebbe più competitivo?

Se la strategia ci permette di definire la direzione, l’ottimizzazione invece ci permette di cambiare marcia e scegliere il rapporto più efficiente per superare la competizione.

Tu, per cosa stai ottimizzando?

Always Make Progress!

Fatti sentire.

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