№ 110

Problem space: lo spazio (troppo spesso inesplorato) tra il prodotto e le persone

7:52 di lettura - Aggiornamenti da Amsterdam. Intervista a Raffaella Roviglioni di Thoughtworks Italy. Perché è importante partire dal problema. Come intercettare le opportunità nelle prime fasi di esplorazione.
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Hey, buon lunedì,

bello rivederci qui dopo un breve pausa che è stata tutt’altro che rilassante, ma molto produttiva. Questa parte centrale del 2022 sarà entusiasmante!

Mentre starai leggendo questa newsletter mi troverò ad Amsterdam a facilitare un workshop di OKR per una grande fondazione europea che mette a disposizione dei ricercatori un network di supercomputer per combattere, tra le altre cose, malattie come l’Alzheimer o sviluppare complesse simulazioni sul cambiamento climatico o per la ricerca del bosone di Higgs nel Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle del CERN. 🤯

Sono fiero di come i tool sviluppati in STRTGY vengono oggi adottati da team così portentosi!

E credo che questo non sarebbe stato possibile se non avessimo adottato, dal giorno zero, una mentalità di prodotto. In STRTGY ogni cosa è un prodotto ↗.  Essere product led è così importante per noi che abbiamo deciso di sponsorizzare una serie di iniziative legate alla figura del Product Manager.

La prima tra tutte è il Product Management Day 2022. È la più grande conferenza italiana sul tema. Ho partecipato come speaker alla prima edizione e, se te la sei persa, o vuoi rivederla, trovi tutti i talk ↗ (anche il mio).

Il PMDAY di quest’anno sarà in modalità ibrida. Live e fisica in una bella location a Roma, il 22 giugno. Io e Martina ci saremo, fisicamente, ma non sul palco. Avremo un piccolo stand nel quale ci piacerebbe incontrare chiunque abbia voglia approfondire gli OKR per un team di prodotto (e non solo!). Ci sarà anche una sorpresa che ora non posso svelare. 🤫

Ma quello che posso fare e offrirti subito il 15% di sconto sul biglietto così da ridurre al minimo ogni pensiero sul partecipare o meno.

Usa e diffondi più che puoi questo link. Non ci sono commissioni, io non ci guadagno niente! Ma tu si!

👉 https://strtgy.design/pmday22-strtgy-member

In questo periodo ho intervistato tutti gli ospiti e nelle prossime newsletter troverai le anticipazioni sui loro talk. Inizio con il presentarti la prima ospite: Raffaella Roviglioni di Thoughtworks Italia. Buona lettura!

Non vedo l’ora di incontrarti a Roma o in un uno dei nostri eventi ↗!
Ma se vuoi anticipare, scegli solo quando!

ALWAYS MAKE PROGRESS

Antonio

● PRODUCT / Problem Space

Il valore di scoprire il problema giusto 

A: Raffaella, qual è il tuo ruolo e in che modo la tua carriera ti ha avvicinata al Product Management?

Raffaella: Ho iniziato a lavorare 22 anni fa ma solo l’ultima parte della mia carriera mi ha introdotta in questa realtà. 

Negli ultimi 14 anni sono entrata nel mondo del design e della user experience, inizialmente come free lance specializzata sulla parte di ricerca. Mi occupavo di user research a tutto tondo. Il ruolo di consulente mi ha coinvolta dalle fasi iniziali di ricerca esplorativa per comprendere a chi si rivolgeva l’azienda e cosa avrebbe voluto progettare, fino alla validazione del prodotto. Durante le diverse esperienze e il continuo lavoro di supporto ai clienti, mi sono resa conto che al crescere delle competenze di design e del livello strategico di discussione con i clienti, bisognava affrontare anche altri aspetti che non fossero squisitamente di design.

Mi spiego meglio: il design ha un impatto su altre metriche. Così mi sono trovata a dover imparare a dialogare con il cliente, a comprendere quali fossero i suoi obiettivi.

A: Come possiamo definire oggi il tuo ruolo in azienda?

Raffaella: Attualmente ricopro il ruolo di Product and Design Co-Lead. Insieme a un mio collega product manager, ci occupiamo di dare una direzione alla customer experience e al product & design di Thoughtworks Italy.  

Io porto la mia esperienza di design e ricerca, lui porta la sua esperienza di product management. 

A: Quindi il tuo ruolo è di connessione tra la ricerca, gli utenti e…

Raffaella: io direi il Business. 

Qualche volta il business è rappresentato dal product management, altre volte il business non ha ancora la maturità per aver compreso a fondo questo ruolo o per averlo, se non altro, codificato. 

A: Di cosa si occupa esattamente Thoughtworks Italia?

Raffaella: È un’azienda che opera a livello mondiale conosciuta soprattutto per lo sviluppo del software. Tra i suoi fondatori ci sono anche i promotori dell’Agile Manifesto, per questo è un’azienda che ha portato innovazione tecnologica in termini di come si lavora il software e come si può implementare la filosofia Agile nelle imprese. 

L’azienda è presente sul mercato da quasi trent’anni e si è espansa in tutto il mondo. La sede italiana, rispetto a quella di altri Paesi, è ancora piccola ma in continua crescita: accanto allo sviluppo di software stiamo portando delle competenze di design, di prodotto, di analisi dei dati. Ci occupiamo davvero di parecchi ambiti e le persone che compongono il team hanno competenze molto diverse tra loro.

Cos’è il Product Management?

A: Come definiresti, con parole tue, il product management e perché secondo te è importante avere dei product manager in azienda?

Raffaella: Bisogna allontanarsi dal vecchio modo di pensare il prodotto a porte chiuse come se fosse lasciato dentro una stanza, e svilupparlo basandosi solo sulle conoscenze interne degli stakeholder.

Magari sono persone che in azienda hanno acquisito tantissima esperienza verticale di dominio, ma oggi non è più sufficiente.

Nella realtà attuale, dove i prodotti si susseguono e vengono rimpiazzati da altri velocemente, dove c’è tanta competizione e i bisogni delle persone si evolvono con rapidità, è necessario prendere delle decisioni di business diverse.

Dobbiamo chiederci, per ogni prodotto, cosa sia necessario includere o lasciare fuori, su quali aspetti sia meglio puntare.

È importante anche analizzare il mercato grazie ai numerosi dati che abbiamo a disposizione. 

Il product manager è la persona che riesce a interpretare questi dati e a dialogare con gli altri attori aziendali per ragionare in termini di business: dobbiamo chiederci dove conviene investire e perché. 

Una parte di questi dati proviene appunto dal design: il designer, attraverso l’ascolto e la comprensione, lavora chiedendosi cosa serva alle persone. 

La conoscenza del consumatore finale ci permette di realizzare prodotti utili, che rispondano a bisogni reali e che vengano apprezzati dal cliente finale.

E questa è solo la prima parte del lavoro!

Bisogna poi prendere in considerazione la  fattibilità tecnica, per valutare l’impatto che la ricerca ha sulla realizzazione di un prodotto.

Infine, ci sono le esigenze e gli obiettivi di business.

In ogni azienda di produzione, abbiamo l’incrocio di queste tre anime – analisi, fattibilità e business – e il product manager non può occuparsi di tutto da solo. Il product manager svolge il ruolo di facilitatore, collegando le fonti di informazione ai decisori che devono comprenderle per compiere le scelte migliori e realizzare i loro prodotti. Ecco, il product management lo vedo così.

A: Il miglior strumento di comunicazione per un Product Manager?

Raffaella: Gli OKR. Sono molto utili. Nel mio lavoro è importante capire quali siano gli obiettivi, lavorare insieme al team e saper misurare il successo dei progetti. 

É un continuo sperimentare: il successo non è qualcosa che viene fuori in modo sorprendente da un’idea geniale – ci tengo a dirlo -, ma è il frutto di tante iterazioni, modifiche, miglioramenti, affinamenti. 

Trovandomi in quella posizione e svolgendo il ruolo di designer a contatto con il product management, mi sono resa conto dell’opportunità che avevo tra le mani e di quanti aspetti rilevanti potessi ancora comprendere per ottimizzare il lavoro.

Sintetizzare e prioritizzare i dati

A: Il titolo del tuo speech sarà “Alla ricerca del prodotto giusto, navigare il problem space attraverso la lente delle persone”. Cosa impareremo?

Raffaella: In questo talk, vorrei approfondire il concetto di problem space: ancora prima di comprendere quali feature avrà il nostro prodotto, dobbiamo individuare le persone a cui vorremmo rivolgerci, capire quali siano i loro intenti e quali obiettivi stanno cercando di raggiungere. 

Solo in un momento successivo possiamo ragionare e chiederci in che modo il nostro prodotto si infili nella vita delle persone, come potrebbe supportarle e aiutarle.

In questo approccio c’è l’idea di trovare delle opportunità, per esempio dei bisogni che non siano stati ancora raccolti dai nostri competitor e quindi ottenere un vantaggio competitivo. 

Si tratta proprio di una fase di esplorazione. Durante il talk ne parlerò in modo pratico, non sarà un discorso solo teorico. 

Vengo da un’esperienza molto pragmatica e mi piace parlare di pratiche per estrarre riflessioni utili ad agire.

Affronterò anche un altro tema importante: le aziende devono capire quali siano le persone giuste per fare ricerca.

Perché, in realtà, non basta appunto fare ricerca ma bisogna farla bene.

Se non agiamo con rigore, quello che scopriamo e su cui poi basiamo le nostre decisioni potrebbe essere totalmente fuorviante. 

In alcune fasi conta la precisione, in altre la flessibilità e l’agilità. 

Darò inoltre indicazioni su come fare sintesi dopo aver acquisito i dati.

Molte persone si lanciano nella fase di ricerca con entusiasmo, raccolgono informazioni, scoprono moltissime metriche diverse e poi non sanno utilizzarle. È un peccato. 

Vorrei dare indicazioni concrete su come sintetizzare, prioritizzare ed estrarre insight utili per progettare e ragionare sul prodotto.

Quindi porterò l’attenzione sullo step successivo: l’ideazione del prodotto e delle sue feature, sulla base di quello che abbiamo capito grazie alla ricerca.

Vorrei che passasse un concetto chiave: la ricerca non deve essere appannaggio esclusivo dei ricercatori e dei designer, l’ideale sarebbe coinvolgere tutto il team di progetto per ottenere una comprensione profonda delle esigenze del cliente. 

A: Una risorsa per approfondire i concetti del tuo talk? 

Raffaella: Ho appena pubblicato un libro su questo argomento.

Si intitola: Chi vuole cavalli più veloci?: Allenare ascolto e curiosità nella ricerca con le persone ↗

Ho voluto realizzare un manuale in italiano proprio perché la letteratura sulla ricerca e il business nella nostra lingua scarseggia. È un testo che copre tutta la fase della ricerca, dagli obiettivi fino all’analisi.

Non perdere le prossime Note. Ogni lunedì alle 7:00. Gratis.

Strumenti e framework per sbloccare l’innovazione in azienda e applicare praticamente Design Thinking, Blue Ocean Strategy, JTBD e OKRs.  

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