Hey, buon lunedì!
Oggi non è l’1 febbraio. Oggi è il 9% del 2021. Come sta andando?
Questa è l’ultima di una serie di 3 note scritte con l’unico scopo di fornirti arco, frecce e soprattutto una mira micidiale per centrare qualsiasi bersaglio tu abbia deciso di puntare in questo 2021.
Mettiamoci all’opera.
Riassunto delle puntate precedenti
No. 52 — Numeri in tempo reale
È chiaro ormai che non siamo più nel business dei prodotti (e dei servizi) ma siamo nel business delle eXperiences as a Service.
Le persone cercano relazioni di breve periodo con brand che permettono loro di migliorare particolari aree della propria vita. Non comprano un particolare prodotto perché ne hanno bisogno, ma momentaneamente investono in un servizio che permette di raggiungere un risultato tangibile. Migliore sarà l’esperienza, più alta sarà la possibilità che continuino a pagare in futuro.
Il cambio di paradigma avviene nel momento in cui tutto questo non vale più soltanto per i software o i servizi ma vale anche per i prodotti fisici, sia b2b che b2c.
- Non vuoi degli infissi nuovi -> vuoi ottenere il bonus per ridurre il costo di ristrutturazione
- Non vuoi un hamburger -> vuoi una belle serata
- Non vuoi un’agenzia -> vuoi un team di esperti al tuo servizio
- Non vuoi un paio di occhiali per vedere meglio -> vuoi un paio di occhiali per essere visto
- Non vuoi un bottiglia di vino -> vuoi viaggiare altrove
E chi sono le aziende che, meglio di chiunque altre, basano il loro modello di business sul migliorare costantemente la customer experience?
Esatto: le tech companies. E sai una cosa? Siamo tutti una tech company.
Esattamente 10 anni fa Marc Andreessen aveva previsto tutto nel suo pezzo più famoso: “Software is eating the World”.
Oggi nessuno potrebbe smentire il fatto che anche un’azienda che produce mozzarelle oppure una pizzeria o una copisteria di quartiere sono delle tech companies.
Senza del codice che giri da qualche parte nel cloud nessuno potrebbe far parte del gioco. Letteralmente (GameStop via NYTimes).
Il software che mangia il mondo in realtà si nutre di numeri, cucinati a dovere da nuovi designer, gli chef delle esperienze.
Sono ricette semplici, hanno pochi ingredienti, a volte solo 3 numeri allineati nell’esatta sequenza così da cambiare il comportamento delle persone.
Se sei arrivato a leggere fin qui, e la fotografia ti sembra ancora sfocata, ti consiglio di rileggere il paragrafo “Come usare la North Star per disegnare e guidare la strategia”. Ripartirò da qui.
Ricalcolo…
È notte. Stiamo guidando. A un certo punto imbocchiamo un tunnel, uno di quelli lunghi che attraversano le montagne. Per chilometri una sequenza intermittente di neon e cemento. L’unica cosa che ci rassicura è guardare il cruscotto e sapere che la velocità è costante, il motore gira regolare, nessuna spia accesa, uno sbadiglio, e (probabilmente) abbastanza benzina per viaggiare sin dall’altro lato.
Questo è esattamente la metafora più vicina del guidare l’azienda con i KPI.
Se non ci sono spie accese tutto va bene, puoi continuare a viaggiare indisturbato senza ma senza avere la possibilità di sapere dove sei. Nel tunnel non hai punti di riferimento, non hai puoi orientarti, puoi solo continuare a fare quello che stavi facendo, seguire i neon.
Se avessi avuto il navigatore probabilmente non avresti mai imboccato quel tunnel. Probabilmente avresti presto l’uscita precedente e percorso una strada nuova, forse meno comoda, ma sicuramente più veloce.
Questo significa viaggiare con gli OKRs.
Avere sempre la possibilità di rispondere alla domanda più importante: stiamo andando nella giusta direzione?
Questa è una domanda alla quale non potremmo rispondere semplicemente guardando il contachilometri.
Il navigatore invece utilizza i dati per ricalcolare costantemente percorso. Mette insieme le informazioni delle mappe con quelle del traffico in tempo reale e genera rapidamente un gran numero di opzioni per raggiungere la destinazione nel più breve tempo possibile.
È vero che bisogna godersi il viaggio. Ma per farlo è necessario aver chiara la destinazione.
Come si collega la North Star Metric con gli OKRs?
Mettiamo le cose in fila, come se tracciassimo delle linee immaginarie per disegnare le costellazioni.
Abbiamo un’esperienza, quella che l’intera organizzazione si impegna a far vivere a ogni suo cliente. E ho usato volutamente il singolare perché potresti avere più prodotti ma l’esperienza è sempre una sola, sono i prodotti a essere distribuiti lungo il percorso evolutivo del cliente.
È importante semplificare per diventare i migliori, per diventare gli unici.
Un’esperienza così semplice che è facile descriverla con i numeri, con i dati che arrivano direttamente dall’utilizzo dei prodotti stessi, come le informazioni del traffico per Google Map. Le metriche leading e lagging. Tutte allineate portano alla stella più luminosa, quella da seguire, la North Star.
A questo punto hai tutto e ti servono gli OKRs per definire in maniera qualitativa e quantitativa il percorso migliore, in un determinato momento, per spostarsi con maggiore velocità possibile verso i risultati che vuoi ottenere.
Può sembrare complicato e invece è molto semplice per renderlo estremamente pratico voglio invitarti a guardare il replay di questo STRTGY Meeting con Pedro Clivati di GrowthHackers.com
Troverai due video.
Nel primo Pedro aggiunge dei dettagli importanti su come la NSM è utilizzata per prioritizzare gli apprendimenti e la generazione di idee per gli esperimenti crescita.
Nel secondo invece io ti spiegherò, con degli esempi, come scrivere gli obiettivi, individuare i key results e costruire l’architettura OKRs in maniera tale che ogni energia venga spesa per muovere l’organizzazione verso la realizzazione della propria missione.
Semplificazione. Concentrazione. Ritmo.
STRTGY is SUCCESS IN PROGRESS…
Buon lavoro!
Fatti sentire.